Il 1934, segna la scomparsa di tre compositori inglesi, famosi per le loro raffinate musiche : Edward Elgar, Frederick Delius eGustav Holst Il primo, famosissimo per le sue Pomp and Circustance e per grandiosi e bellissimi oratori Delius per i suoi originali pezzi orchestrali e Holst per la sua bellissima e avveniristica suite The Planets Carlo Lamberti
Il nome di Ferruccio Busoni è un arricchimento musicale che acquista sempre più importanza col trascorrere del tempo In questo 2014 ricorre il 90° della sua scomparsa e, dalla collezione musicale di Carlo Lamberti, ne ricordiamo la figura con due pubblicazioni ( una svedese ) e, l'altra, dalle tante pagine scritte nel libro di Fleischer (La musica contemporanea) Questo grande musicologo, parla di Busoni in modo elettivo da pag 102 a 111, confrontandolo anche con Schönberg in una bellissima dissertazione
Ancor oggi, a novanta anni dalla scomparsa di Gabriel Fauré ci si domanda quale ispirazione divina lo raggiunse per la composizione del suo angelico Requiem Le note sublimi che ci fanno assaporare la bellezza paradisiaca del "Pie Jesu" e di "in Paradisum" sembrano venire dall' Empireo Celeste Probabilmente la luce di Dio lo deve aver guidato in quella incantevole composizione che oggi tutto il mondo celebra e ricorda come una delle più elevate musiche ascendenti alla suprema gioia dell' eternità guadagnata... Abbiamo ritrovato, in quella collezione di spartiti Lamberti, una vera perla : uno spartito dedicato a Faurè da compositori quali : Ravel, Enesco, Aubert, Schmitt, Koechlin, Ladmirault e Roger - Ducasse in data 1922
Nella collezione musicale di Carlo Lamberti abbiamo preso in considerazione la prima edizione dell' opera lirica Cassandra, stampata dalla Ricordi con invio autografo dell' autore, Vittorio Gnecchi, nella data della "Prima", 5 dicembre 1905 Quella sera fu diretta da Arturo Toscanini a Bologna al teatro Comunale La storia di quest' opera, impegnò polemiche per tutta la vita del Gnecchi, di cui, quest' anno ricorre il sessantesimo anniversario dalla morte, avvenuta nel 1954
Dalla collezione Carlo Lamberti
GNECCHI RUSCONE, Vittorio. - Nacque a Milano il 17 luglio 1876 da Francesco, insigne numismatico, e da Isabella Bozzotti. Discendente da una famiglia agiata, compì studi classici e si laureò in giurisprudenza, malgrado il suo unico interesse fosse la musica. Coltivò fin dall'adolescenza la vocazione musicale studiando contrappunto con M. Saladino e composizione con G. Coronaro; altri suoi insegnanti furono C. Gatti e T. Serafin, con il quale lo G. intrattenne anche un rapporto di amicizia. Il 7 ott. 1896 venne rappresentata la sua prima opera, Virtù d'amore, nella cinquecentesca villa paterna nei pressi di Como (Verderio di Brianza), sotto la sua attenta direzione.
Il teatrino privato fu ricavato da una vecchia tinaia, debitamente ristrutturata e fornita di quanto necessario alla rappresentazione, compresa la luce elettrica, portata proprio per l'occasione a villa Gnecchi. Al debutto furono invitate molte personalità del mondo artistico, tra cui G.B. Nappi, G. Antona Traversi e anche G. Ricordi, il quale scrisse una lusinghiera recensione dell'opera (Gazzetta musicaledi Milano, 15 ott. 1896), un'azione pastorale in due atti su libretto di Maria Rossi Bozzotti, zia del compositore. In seguito l'opera non fu più rappresentata per intero: solo una Pastorale e un Valzer da essa estratti furono successivamente eseguiti in concerto con altre nuove composizioni dell'autore.
I consensi avuti con questa prima opera persuasero lo G. a intraprendere un progetto più ambizioso; ispirandosi all'Orestea di Eschilo, scrisse, in collaborazione con L. Illica, il libretto per una tragedia in musica, Cassandra. Lavorò alla partitura tra il 1902 e il 1903; una volta finita, presentò l'opera a G. Ricordi, che non sembrò molto interessato alla pubblicazione; grazie però all'intermediazione di Serafin, Cassandra arrivò nelle mani di A. Toscanini, che ne rimase tanto entusiasta da volerne dirigere la prima esecuzione, avvenuta al teatro Comunale di Bologna il 5 dic. 1905.
Malgrado gli interpreti d'eccezione, l'opera ebbe un successo incerto. Non piacque, per esempio, lo stile "tedesco" che i critici ravvisarono nell'opera, l'uso di scale musicali elleniche e l'impiego costante dello stile severo in alcune sezioni polifoniche. I giudizi negativi non ebbero grande risonanza fino a quando non si schierò fra gli avversari dell'opera lo stesso Toscanini, che non volle più dirigereCassandra né altre opere dello Gnecchi. Tuttavia l'opera, malgrado il tiepido successo, divenne oggetto di un dibattito di livello internazionale, che ebbe inizio nel 1909 con un saggio dal titolo Telepatia musicale (Tebaldini, Rivista musicale italiana), scritto subito dopo la prima rappresentazione dell'Elektra di R. Strauss (Dresda, 25 gennaio). Nel saggio Tebaldini cercò di dimostrare come traCassandra e l'Elektra vi fossero numerose analogie di natura musicale, corredando l'articolo con dieci tavole che ponevano a confronto una cinquantina di temi delle due opere. L'articolo suscitò discussioni vivissime in Italia e specialmente in Germania, dove difensori di Strauss quali Rudolf Hartmann ed Ernst von Schuch sostenevano che le analogie evidenziate dal Tebaldini erano piene di errori d'interpretazione. La disputa si fece più accesa quando si seppe che lo G. aveva inviato lo spartito della Cassandra per corrispondenza a Strauss (il quale lo avrebbe ringraziato in una lettera dell'agosto 1905, nella quale assicurava di aver già iniziato la lettura dell'opera) e che una seconda volta aveva personalmente consegnato lo spartito il 22 dic. 1906 al teatro Regio di Torino, in occasione della prima rappresentazione italiana di Salomè, diretta appunto da Strauss. A queste insinuazioni Strauss replicò affermando di non aver mai preso visione dello spartito di Cassandra né di averne mai ascoltato la musica in teatro o altrove.
Nel 1910 W.S. Mengelberg diresse il prologo di Cassandra al conservatorio Verdi di Milano; l'esecuzione ebbe un completo successo, come testimoniano numerosi articoli apparsi subito dopo la rappresentazione. L'opera fu eseguita con esito favorevole il 29 marzo 1911 alla Volksoper di Vienna e il 16 nov. 1913 al teatro Dal Verme di Milano. Lo stesso anno andò in scena a Filadelfia, negli Stati Uniti, ma i critici, ignari della polemica già in atto in Europa, accusarono lo G. di plagio; solo in seguito alcuni di essi smentirono tali affermazioni dando alle due opere la giusta successione cronologica.
Lo screzio con Toscanini e la polemica con Strauss furono causa in Italia di un completo ostracismo nei confronti delle opere dello G., mentre in Germania e in Austria la sua musica trovò un ambiente più favorevole. Lo stesso Hartmann, che all'inizio gli era stato ostile, lamentò che lo G. fosse stato escluso dalla rosa dei compositori italiani invitati alla Mostra del Novecento musicale italiano organizzata a Bologna nella primavera del 1927 (cfr. Hartmann, Und V. G.?, inSignale für die musikalische Welt, LXXXV, 23 apr. 1927). Cassandra, per esempio, non venne mai rappresentata alla Scala di Milano: proposta per il cartellone del teatro solo nel 1931, fu poi sostituita dall'Elektra di Strauss. Lo stesso Ricordi, che dopo i primi successi aveva acquistato i diritti su Cassandra, tenne l'opera chiusa in un cassetto per cinque anni, trascorsi i quali finalmente lo G. poté tornare in possesso dello spartito. L'opera girò allora i maggiori teatri stranieri: fu rappresentata in Cecoslovacchia (5 febbr. 1925) e in Germania (a Dortmund, 6 dic. 1925; a Dessau, 8 marzo 1927; a Karlsruhe, 11 maggio 1928; a Barmen, 25 maggio 1928; a Elberfeld, 25 maggio 1928; e infine a Vitten, in Renania, in forma di oratorio, 22 genn. 1933), ottenendo entusiastici consensi. La questione della natura delle analogie tra Cassandra e Elektra restò comunque in sospeso. Il 28 genn. 1933 furono eseguiti il prologo di Cassandra e il Poema eroico, altra opera dello G., nella sala del conservatorio di Milano; la critica si mantenne ostile nei confronti dello G.; considerato altrove come un innovatore, fu definito a Milano "dilettante".
Nel frattempo lo G. aveva finito di comporre un'altra opera: La Rosiera, un idillio tragico in tre atti, di cui scrisse anche il libretto, tratto da On ne badine pas avec l'amour di A. de Musset, in collaborazione con C. Zangarini. Finita di comporre nel 1908, e stampata nel 1910, l'opera non trovò consensi fra gli editori e gli impresari italiani; soltanto diciassette anni dopo, il 12 febbr. 1927, si ebbe la prima rappresentazione de La Rosiera al Preussisches Theater di Gera, in Germania. In seguito fu rappresentata con successo anche in Cecoslovacchia, a Vienna, in Olanda e, infine, il 25 genn. 1931 apparve sulle scene italiane al teatro Verdi di Trieste. Il 5 giugno 1932 venne eseguita anche a Ravenna.
La città che diede allo G. maggiore considerazione artistica fu Salisburgo, dove furono eseguite quasi tutte le sue opere, molte delle quali in prima esecuzione assoluta. Qui, nell'estate 1934, fu eseguita la sua nuova composizione Cantata biblica, tre preludi e tre parti per canto e pianoforte con recitativo in latino, dedicata ad Adalberto di Savoia (Milano 1939). A Salisburgo lo G. dedicò la Missa Salisburgensis (soprano, baritono, coro e grande orchestra), eseguita per la prima volta nel duomo della città il 4 ag. 1935. Furono eseguiti inoltre a Salisburgo:Adagio cantabile (pezzo sacro per strumenti ad arco e organo, 1931); Salve, Regina! (mottetto per soprano solo, coro e orchestra, Milano 1932); Atalanta(Mozarteum 1949; Milano, teatro Lirico, 1929), balletto sinfonico di danze greche dal poema di R. Nicolaj; infine la fantasia biblica Judith (tragedia in tre atti in forma di oratorio su libretto di L. Illica; Milano s.d.): la partitura, dedicata "Alla città di Mozart", fu eseguita al Mozarteum il 16 dic. 1953.
Lo G. morì a Milano il 5 febbr. 1954 e la sua morte ebbe echi vivissimi a Salisburgo, a Innsbruck e in tutto il Tirolo austriaco.
Nella collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti scopriamo una prima edizione del 1906 in cui viene notata la dedica del compositore Romeo Gerosaal grande melodista Pier Adolfo Tirindelli da Conegliano Veneto
Con le parole, torniamo all' amico Giuseppe Verdi, abbiamo la dimostrazione reale della grande ammirazione che il compositore monzeseebbe per il musicista parmense
Una delle più belle e famose melodìe del mondo è : La preghiera di una vergine (Modlitwa dziewicy), della compositrice polacca Tekla Badarzewska Il sentimento che pervade questo piccolo capolavoro è un insieme di elegiaca bellezza, intrisa di una struggente nostalgia che ci commuove... La Badarzewska ha vissuto sul nostro pianeta meno di trenta anni, ma la sua anima trascenderà in eterno attraverso questa musica meravigliosa...
Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti, rileviamo la presenza di uno spartito di Guy Ropartz per ricordare il 150 ° anniversario della nascita di questo grande compositore Bretone Fu allievo di Massenet e Franck, nella sua opera più famosa Le pays (1912) utilizzò felicemente temi tratti dal canto popolare Bretone
Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti
La bellezza, a volte drammatica ed a volte romanticamente sognante del musicista lucchese Alfredo Catalani, ci ricorda il fascino sublime dell' italianità Eccellenza compositiva, rivalutata tanti anni addietro dalla grandiosa bacchetta di Toscanini, si evidenzia con Loreley e Wally, gioielli intramontabili di grande fascino e ispirazione Le sue melodìe pianistiche ci invitano al "sogno" ed alla passionalità massima del sentimento umano...
Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti
In questo 2014, il compositore di Erasbach, C.W. Gluck compie 300 anni La sua importanza nella storia della musica è grandissima Il suo nome è legato a grandi opere di raffinata e rara bellezza La sua riforma del melodramma iniziò con l' Orfeo e, dopo essere entrato in polemica con Piccinni, terminò con l' opera Echo et Narcisse
Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti
Un compositore che mi è sempre stato caro è Nikolaj Rimskij-Korsakov, che in questo 2014 compie 170 anni dalla nascita Le sue composizioni, note a tutti, eccellono per la brillantezza della strumentazione e, si distinguono per raffinatezza Basti ricordare "Il volo del calabrone", Shahrazad, l' opera Sadko, e già questi capolavori dicono tutto di questo valente musicista
In maggio del 1864, a Parigi, si spegnava la vita del grande compositore Berlinese Giacomo Meyerbeer Fu il musicista dell ' Africana, del Profeta e degli Ugonotti Dalla collezione musica e spartiti Carlo Lamberti, presentiamo oggi una antica versione dell' opera Die Hugenotten in versione bilingue, nella riduzione per pf di Ch. Schwenge