Quella sera fu diretta da Arturo Toscanini a Bologna al teatro Comunale
La storia di quest' opera, impegnò polemiche per tutta la vita del Gnecchi, di cui, quest' anno ricorre il sessantesimo anniversario dalla morte, avvenuta nel 1954
Dalla collezione Carlo Lamberti
GNECCHI RUSCONE, Vittorio. - Nacque a Milano il 17 luglio 1876 da Francesco, insigne numismatico, e da Isabella Bozzotti. Discendente da una famiglia agiata, compì studi classici e si laureò in giurisprudenza, malgrado il suo unico interesse fosse la musica. Coltivò fin dall'adolescenza la vocazione musicale studiando contrappunto con M. Saladino e composizione con G. Coronaro; altri suoi insegnanti furono C. Gatti e T. Serafin, con il quale lo G. intrattenne anche un rapporto di amicizia. Il 7 ott. 1896 venne rappresentata la sua prima opera, Virtù d'amore, nella cinquecentesca villa paterna nei pressi di Como (Verderio di Brianza), sotto la sua attenta direzione.
Il teatrino privato fu ricavato da una vecchia tinaia, debitamente ristrutturata e fornita di quanto necessario alla rappresentazione, compresa la luce elettrica, portata proprio per l'occasione a villa Gnecchi. Al debutto furono invitate molte personalità del mondo artistico, tra cui G.B. Nappi, G. Antona Traversi e anche G. Ricordi, il quale scrisse una lusinghiera recensione dell'opera (Gazzetta musicaledi Milano, 15 ott. 1896), un'azione pastorale in due atti su libretto di Maria Rossi Bozzotti, zia del compositore. In seguito l'opera non fu più rappresentata per intero: solo una Pastorale e un Valzer da essa estratti furono successivamente eseguiti in concerto con altre nuove composizioni dell'autore.
I consensi avuti con questa prima opera persuasero lo G. a intraprendere un progetto più ambizioso; ispirandosi all'Orestea di Eschilo, scrisse, in collaborazione con L. Illica, il libretto per una tragedia in musica, Cassandra. Lavorò alla partitura tra il 1902 e il 1903; una volta finita, presentò l'opera a G. Ricordi, che non sembrò molto interessato alla pubblicazione; grazie però all'intermediazione di Serafin, Cassandra arrivò nelle mani di A. Toscanini, che ne rimase tanto entusiasta da volerne dirigere la prima esecuzione, avvenuta al teatro Comunale di Bologna il 5 dic. 1905.
Malgrado gli interpreti d'eccezione, l'opera ebbe un successo incerto. Non piacque, per esempio, lo stile "tedesco" che i critici ravvisarono nell'opera, l'uso di scale musicali elleniche e l'impiego costante dello stile severo in alcune sezioni polifoniche. I giudizi negativi non ebbero grande risonanza fino a quando non si schierò fra gli avversari dell'opera lo stesso Toscanini, che non volle più dirigereCassandra né altre opere dello Gnecchi. Tuttavia l'opera, malgrado il tiepido successo, divenne oggetto di un dibattito di livello internazionale, che ebbe inizio nel 1909 con un saggio dal titolo Telepatia musicale (Tebaldini, Rivista musicale italiana), scritto subito dopo la prima rappresentazione dell'Elektra di R. Strauss (Dresda, 25 gennaio). Nel saggio Tebaldini cercò di dimostrare come traCassandra e l'Elektra vi fossero numerose analogie di natura musicale, corredando l'articolo con dieci tavole che ponevano a confronto una cinquantina di temi delle due opere. L'articolo suscitò discussioni vivissime in Italia e specialmente in Germania, dove difensori di Strauss quali Rudolf Hartmann ed Ernst von Schuch sostenevano che le analogie evidenziate dal Tebaldini erano piene di errori d'interpretazione. La disputa si fece più accesa quando si seppe che lo G. aveva inviato lo spartito della Cassandra per corrispondenza a Strauss (il quale lo avrebbe ringraziato in una lettera dell'agosto 1905, nella quale assicurava di aver già iniziato la lettura dell'opera) e che una seconda volta aveva personalmente consegnato lo spartito il 22 dic. 1906 al teatro Regio di Torino, in occasione della prima rappresentazione italiana di Salomè, diretta appunto da Strauss. A queste insinuazioni Strauss replicò affermando di non aver mai preso visione dello spartito di Cassandra né di averne mai ascoltato la musica in teatro o altrove.
Nel 1910 W.S. Mengelberg diresse il prologo di Cassandra al conservatorio Verdi di Milano; l'esecuzione ebbe un completo successo, come testimoniano numerosi articoli apparsi subito dopo la rappresentazione. L'opera fu eseguita con esito favorevole il 29 marzo 1911 alla Volksoper di Vienna e il 16 nov. 1913 al teatro Dal Verme di Milano. Lo stesso anno andò in scena a Filadelfia, negli Stati Uniti, ma i critici, ignari della polemica già in atto in Europa, accusarono lo G. di plagio; solo in seguito alcuni di essi smentirono tali affermazioni dando alle due opere la giusta successione cronologica.
Lo screzio con Toscanini e la polemica con Strauss furono causa in Italia di un completo ostracismo nei confronti delle opere dello G., mentre in Germania e in Austria la sua musica trovò un ambiente più favorevole. Lo stesso Hartmann, che all'inizio gli era stato ostile, lamentò che lo G. fosse stato escluso dalla rosa dei compositori italiani invitati alla Mostra del Novecento musicale italiano organizzata a Bologna nella primavera del 1927 (cfr. Hartmann, Und V. G.?, inSignale für die musikalische Welt, LXXXV, 23 apr. 1927). Cassandra, per esempio, non venne mai rappresentata alla Scala di Milano: proposta per il cartellone del teatro solo nel 1931, fu poi sostituita dall'Elektra di Strauss. Lo stesso Ricordi, che dopo i primi successi aveva acquistato i diritti su Cassandra, tenne l'opera chiusa in un cassetto per cinque anni, trascorsi i quali finalmente lo G. poté tornare in possesso dello spartito. L'opera girò allora i maggiori teatri stranieri: fu rappresentata in Cecoslovacchia (5 febbr. 1925) e in Germania (a Dortmund, 6 dic. 1925; a Dessau, 8 marzo 1927; a Karlsruhe, 11 maggio 1928; a Barmen, 25 maggio 1928; a Elberfeld, 25 maggio 1928; e infine a Vitten, in Renania, in forma di oratorio, 22 genn. 1933), ottenendo entusiastici consensi. La questione della natura delle analogie tra Cassandra e Elektra restò comunque in sospeso. Il 28 genn. 1933 furono eseguiti il prologo di Cassandra e il Poema eroico, altra opera dello G., nella sala del conservatorio di Milano; la critica si mantenne ostile nei confronti dello G.; considerato altrove come un innovatore, fu definito a Milano "dilettante".
Nel frattempo lo G. aveva finito di comporre un'altra opera: La Rosiera, un idillio tragico in tre atti, di cui scrisse anche il libretto, tratto da On ne badine pas avec l'amour di A. de Musset, in collaborazione con C. Zangarini. Finita di comporre nel 1908, e stampata nel 1910, l'opera non trovò consensi fra gli editori e gli impresari italiani; soltanto diciassette anni dopo, il 12 febbr. 1927, si ebbe la prima rappresentazione de La Rosiera al Preussisches Theater di Gera, in Germania. In seguito fu rappresentata con successo anche in Cecoslovacchia, a Vienna, in Olanda e, infine, il 25 genn. 1931 apparve sulle scene italiane al teatro Verdi di Trieste. Il 5 giugno 1932 venne eseguita anche a Ravenna.
La città che diede allo G. maggiore considerazione artistica fu Salisburgo, dove furono eseguite quasi tutte le sue opere, molte delle quali in prima esecuzione assoluta. Qui, nell'estate 1934, fu eseguita la sua nuova composizione Cantata biblica, tre preludi e tre parti per canto e pianoforte con recitativo in latino, dedicata ad Adalberto di Savoia (Milano 1939). A Salisburgo lo G. dedicò la Missa Salisburgensis (soprano, baritono, coro e grande orchestra), eseguita per la prima volta nel duomo della città il 4 ag. 1935. Furono eseguiti inoltre a Salisburgo:Adagio cantabile (pezzo sacro per strumenti ad arco e organo, 1931); Salve, Regina! (mottetto per soprano solo, coro e orchestra, Milano 1932); Atalanta(Mozarteum 1949; Milano, teatro Lirico, 1929), balletto sinfonico di danze greche dal poema di R. Nicolaj; infine la fantasia biblica Judith (tragedia in tre atti in forma di oratorio su libretto di L. Illica; Milano s.d.): la partitura, dedicata "Alla città di Mozart", fu eseguita al Mozarteum il 16 dic. 1953.
Lo G. morì a Milano il 5 febbr. 1954 e la sua morte ebbe echi vivissimi a Salisburgo, a Innsbruck e in tutto il Tirolo austriaco.
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