martedì 1 dicembre 2015

Dalle Marche, dal teatro comunale di Porto San Giorgio, la figura del dottor Berchiesi accomuna Leopardi e Pietro Mascagni e A.Galli

Le Marche, una delle regioni italiane con forte tradizione teatrale ed artistica, ci sorprendono con una gradita novità : Giacomo Leopardi e le bellezze meno famose del marchigiano d' adozione : Pietro Mascagni

Si, perchè, il grande compositore livornese conobbe familiarmente quella regione, dedicando ad uno dei loro figli più illustri la composizione di alta levatura : Il "Poema musicale a Giacomo Leopardi"

Mascagni può venir considerato anche cittadino di quella regione per esssere stato "Deus ex machina" al conservatorio di Pesaro per circa 7 anni

Il professor Gianfrancesco Berchiesi, presidente del circolo De Minicis a Petriolo, il giorno 3 gennaio 2016, presenterà un concerto celebrativo sul grande compositore Pietro Mascagni

In tale evento, avremo la fortuna di conoscere in versione particolare per pianoforte e soprano (Michele Cioppettini ela bravissima Gulnora Baydianova), pezzi da opere del m.° livornese

Il programma è articolato in modo abbastanza inusitato, partendo da quel capolavoro armonico e moderno che è il Poema musicale dedicato a Giacomo Leopardi"


Dopo questa appetitosa introduzione, seguirà il preludio dell' opera Iris, validissimo dal lato del tessuto musicale, così ricco di timbri particolari


L' implorante e raffinata preghiera dell' opera Parisina ci dona un esempio di arte raffinatissima in quella grandiosa bellezza che, col passare del tempo, potrebbe essere sempre più ascoltata nella sua integralità

Quest' opera, lunga, ma intessuta di una sublime raffinatezza, mi pare meriti di essere rappresentata nelle sue tre ore abbondanti, in modo da venire rivalutata al meglio del suo splendore

L' originalità del IV atto del Guglielmo Ratcliff, in qualche punto del suo grandioso ondeggiare ritmato, ricordando alcune note della Cavalleria Rusticana, ci fanno conoscere il tocco di unMascagni più moderno

Complimenti al prof Gianfrancesco Berchiesi, per avere immesso in questo concerto, il preludio da Eternal city

E' un Mascagni modernissimo e classico a suo tempo


"The Eternal City", specie di suite sinfonica, basata sulle musiche di scena del dramma omonimo, sulla scia di simili lavori di Luigi Mancinelli (Cleopatra, Messalina)

concluderà il concerto la "Sortita" dall' operetta Si e, con questa romanza di delicata composizione, Mascagni rivivrà sempre di più nell' anima dei marchigiani

Carlo lamberti,2015





















qui sopra, spartito del preludio atto IV del Guglielmo Ractliff, nella versione per pf del talamellese Amintore Galli, di cui ricorre in questo anno il 170° della nascita Visualizzazione di manifesto mascagni.jpg










lunedì 19 ottobre 2015

Da Petriolo, nelle Marche,il prof. Berchiesi, ci fa scoprire la bellezza della "Preghiera" ne I Miserabili di C.M.Schönberg (Carlo Lamberti)

Il continuo desiderio di far conoscere le bellezze della musica ( fiamma che arde nell' anima del Professor Gianfrancesco Berchiesi, da Petriolo, nelle Marche) ci permette di esplorare nuove bellezze di composizioni

E' il caso proprio di dirlo, giacché, in una sua bellissima presentazione di Le preghiere nell'Opera lirica, il Berchiesi, ci ha fatto conoscere meglio la delicatezza musicale del compositore Claude Michel Schönberg

Questo grande musicista francese, pare l' ideale per riunire i tantissimi appassionati della musica (tutta, vero dono del Creatore al mondo per superare le incertezze della vita)

Così, come Giacomo Puccini, con Notre Dame, tentò di musicare il dramma di Victor Hugo, lo Schönberg, nel 1980, riuscì veramente a comporre I Miserabili, ottenendo un grande successo

La versione della " preghiera " da Les Misérables di Schönberg è, come spiega Berchiesi a Corridoniauna prece di testa, dalla sublime bellezza e contrisa di eccelsa elevazione musicale

Carlo Lamberti, ottobre 2015





per vedere il sito del professor Gianfrancesco Berchiesi :

http://www.assodeminicis.it/Manifestazione_03_2013/Preghiere_e_suppliche_nell_opera_lirica.html



















mercoledì 7 ottobre 2015

Dalla terra natìa del Leopardi, il musicista tolentinate Vincenzo Sassaroli, che osò sfidare Giuseppe Verdi (Carlo lamberti)

Nel 2016, il compositore parmense Giuseppe Verdi compirà 203 anni e, il musicista tolentinate, Vincenzo Sassaroli 200

Parma, Busseto, Milano, Tolentino e Genova, sono i luoghi dove questi due artisti hanno vissuto in preferenza

Per un paradosso, sono storicamente legati da un curioso rapporto, accentuato dallo scrittore Franz Werfel nel suo libro Verdi o il romanzo dell' opera

In circa una quarantina di pagine Werfel descrive la rincorsa  sul vaporetto a Venezia, che Sassaroli effettuò per raggiungere Verdi in albergo 

Il musicista tolentinate, chiese al compositore parmense, la possibilità di far rappresentare una sua opera alla Scala, ma la risposta fu negativa

Di questo musicista particolare, abbiamo trovato nella collezione musicale di Carlo Lamberti, l' inedito di una sua opera totalmente manoscritta ed inedita

Trattasi dell' opera dramma "Romolo ed Ersilia" su parole del Metastasio

Qui sotto, abbinati alla rivista Falstaff di Verdi, i tre volumi in partitura completamente  orchestrata, manoscritta ed autografa del Sassaroli in collezione di proprietà Carlo lamberti


verrà mai eseguita ?

ottobre 2015, Carlo Lamberti




Collezione privata Carlo Lamberti








Leopardi, Giacomo (1798-1837) - ritr. A Ferrazzi, Recanati, casa Leopardi.jpg








martedì 6 ottobre 2015

La modernità musicale di Ugo Bottacchiari (Castelraimondo - Como) rivaluta Il patriota poeta Vittorio Locchi nella rievocazione del prof. Berchiesi di Petriolo (Carlo Lamberti)

Una sorpresa dalle Marche !

L' associazione musicale Diego De Minicis, animata e interpretata nella figura del suo presidente Prof. Gianfrancesco Berchiesi, ci ha proposto la modernità del compositore Ugo Bottacchiari

Questo grande musicista, Castelraimondese di nascita ha avuto una grande riscoperta nell' opera lirica L' Uragano

Il Bottachiari, con questo suo capolavoro, ci ha riportato alla memoria il grande patriota Vittorio Locchi, di Figline Valdarno, spentosi ventottenne a Capo Matapan in Grecia, autore dei versi dell' opera

Il professor Berchiesi, con la sua fervente ricerca musicale, ha saputo donarci la possibilità di ascoltare, in forma familiarmente cameristica una rarissima interpretazione dell' opera l' Uragano, presumibilmente il suo capolavoro di modernità

Allievo di Mascagni al liceo di Pesaro, oltre che nella musica operistica, eccelse in composizione deliziosamente mandolinistiche a plettro ed oggi viene riscoperto nella sua reale importanza

Fra le sue musiche orchestrali più sognanti ed incantevoli, va ricordato :

Incantesimo di un sogno , Meditazione


Carlo Lamberti, ottobre 2015

Nella speranza che il comune di Tolentino, ricordi,nel 2016, il suo particolare figlio compositore Vincenzo Sassaroli, legato storicamente a a Giuseppe Verdi, qui sotto, dalla collezione Carlo Lamberti, presentiamo una fotografia che rappresenta due opere di tali musicisti

Perchè 2016 ? E' il bicentenario della nascita del musicista Tolentinate che volle sfidare Verdi nel comporre una nuova Aida










http://www.assodeminicis.it/



72795-800x533


http://www.assodeminicis.it/Bottacchiari/uragano/Bottacchiari-Uragano.html








domenica 13 settembre 2015

P.L. da Palestrina (490° anniversario nascita) e Renzo Martini da Parma (Carlo Lamberti)

Quest' anno ricorre 1l 490° anniversario della nascita del grande compositore Pier Luigi da Palestrina, l"eccelso" delle messe a più voci sole

Il suo nome, ha ispirato complessi musicali, cori e quant' altro e, fra questi, il compositore parmense Renzo Martini  che, nel 1925, fondava a Parma il coro Palestrina

Suddetto insieme eraformato da cinquanta voci miste, per eseguire musica polifonica rinascimentale

Tuttavia, nonostante la buona accoglienza ricevuta nei due concerti eseguiti al ridotto del teatro Regio, per difficoltà economiche, il coro in breve tempo fu costretto a cessare l’attività

Fu un bravo solista di viola e buon direttore d' orchestra e, come compositore si fece notare per varie opere e balletti

Qui sotto, di Renzo Martini, riproduciamo un non comune spartito del disegnatore Carboni del 1929, Nuit, bellissino fox - trot

Questo compositore, nasceva a Parma nel 1897 e si spegneva in quella città, nel 1979




Spartito facente parte della collezione di Carlo Lamberti
stampa ottocentesca del Palestrina facente parte della collezione dell' autore








venerdì 11 settembre 2015

LA MUSICA AL FEMMINILE : SOFIA GAIL , COMPOSITRICE nel 140 ° anniversario della nascita /(Carlo Lamberti)

Sempre dalla collezione musicale Carlo Lamberti, pubblichiamo oggi, uno spartito con la firma autografa della compositrice in basso a sinistra
Si chiama :
Sophie Edmée GAIL
Parigi, 28 agosto 1775 - 24 luglio 1819
Il nome di questa grande artista, rimane legato all'opera DES DEUX JALOUX, raro anche come spartito di cui qui presentiamo la versione dell'ouverture nell strumentazione per violino solo 

Nella celebrazione del 140° anniversario della sua nascita





 Raro spartito con la firma autografa della compositrice Sophie Gail



(Collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti)

















martedì 1 settembre 2015

Ancora da Verolanuova a Sestri Levante : Musica Nuda ( Il contrabbassista e la bellezza ) Un Bottesini particolare ( Carlo Lamberti)

Sempre sulla spiaggia di Sestri Levante, quel sig Alessandro di Verolanuova, mi faceva conoscere a 1/2 del suo smartphone, il duo Musica Nuda, con il contrabbassista Spinetti e la bella Petra Magoni

E' risaputo che Giovanni Bottesini, di Crema, sia stato un grande compositore per quello strumento, ma il mondo si evolve e, la strada indicata da Ferruccio Spinetti, apre un nuovo capitolo musicale nel mondo dello spettacolo

Un duo che si esprime in modo del tutto particolare, quasi come "La Bella e la Bestia", se teniamo conto della voce bassa dello strumento che vivacizza l' insieme, aiutato dalla solarità sensuale di una cantante come Petra Magoni

 Questo dimostra la ricchezza inventiva di certi artisti che amano donare al mondo un ascolto di musica simpatica e scherzosa, come quella del Cammello e del Dromedario che può rallegrare la mente vivace di tanti bambini

Bisognerebbe ascoltare anche "Quam Dilecta" per capire meglio la cultura armonico - melodico di questo singolare duo che ama esprimersi in modo così particolare

Così, ho arricchito ulteriormente la mia esperienza musicale, provandone godimento ulteriore

Carlo Lamberti, settembre 2015





Le fotografie sopra, sono  personali, le Panchine dell' Angelo e la Baia del Silenzio, a Sestri Levante





oggetto di proprietà dell' autore Carlo Lamberti















sabato 29 agosto 2015

Maurice Ravel ( 140° nascita ), il compositore del Bolero ( Carlo lamberti )

Il compositore Maurice Ravel, vede i natali a Ciboure ( provincia Basca francese ) il 7 marzo 1875 e si spegne nel 1937 a Parigi

Famosissimo per aver composto il Bolero nel 1928, balletto su commissione della grande ballerina russa Ida Rubinstein e da allora divenne famosissimo

Ravel, particolare autore e grande musicista, va ricordato per aver orchestrato il grande affresco musicale "Quadri da un' esposizione" di Mussorgski 

In tal modo, con la coloratura del suono degli strumenti musicali, la bellezza del pittore Hartmann  fu messa in grande risalto

Per descrivere la bellezza della musica di Ravel, non basterebbero le semplici parole di un testo, ma ci vorrebbe una vita intera per evidenziarla

Possiamo aggiungere la struggente e nostalgica soavità di " Pavane pour une infante defunte", il concerto per la mano sinistra (piano e orchestra)...

Ancora,l' incantevole musica del balletto " Dafni et Cloe", Rapsodie Espagnole, Alborada del Gracioso e così via..

Il Bolero, da solo, ha ispirato una miriade quasi infinita di varie interpretazioni, fra cui quella, un poco particolare dei Pink Martini

Carlo lamberti, agosto 2015




Cartolina acquistata a Ciboure nel 2003 da Carlo Lamberti





pagine dall' enciclopedia della musica ediz Fabbri in collezione Carlo Lamberti








I Pink Martini da Verolanuova (città del Tiepolo) a Sestri Levante (città dei 2 mari) (Carlo Lamberti)






Ebbene, si, devo ammettere la mia ignoranza : sono un filomusicista ma, ho conosciuto la bellezza musicale dei Pink Martini, solo pochi giorni fa

Un gentile signore di Verolanuova, di nome Alessandro, attraverso il suo smartphone, mi ha fatto ascoltare e vedere un' esecuzione dei Pink Martini con la memorabile " eternamente" di Chaplin

Sulla spiaggia della "Baia del silenzio", a Sestri Levante, questo verolese, mi ha fatto conoscere la particolare interpretazione musicale dei Pink Martini

Verolanuova è famosa per custodire nella Basilica romana minore di San Lorenzo Martire due bellissimi dipinti del Tiepolo 

Questi capolavori, di misura grande, raffigurano "IL SACRIFICIO DI MELCHISEDECH" (1740 ) e "LA CADUTA DELLA MANNA" (1740) 

Così, anche nella confusione e banalità di gente sulla spiaggia, in un mese d' estate, mi sono arricchito di una bella conoscenza

I Pink Martini, sono un gruppo musicale che, ebbe origine a Portland nel 1994, fondato dal pianista Thomas M. Lauderdale che mescola, in modo mirabile, generi musicali vari, anche di classica e Jazz

Viva l' arte e la musica !

Carlo Lamberti, agosto 2015




Dalla collezione musica e spartiti di Carlo Lamberti




Fotografie di Rosanna Morsiani, scattate con telefonino Nokia


Oggetto facente parte della collezione Carlo Lamberti








La Caduta della Manna Sacrificio di Melchisedech / Sacrifice of Melchisedech
 "LA CADUTA DELLA MANNA" (1740)    e        "IL SACRIFICIO DI MELCHISEDECH" (1740 ) 
                                                                                



venerdì 14 agosto 2015

Villa Domus : Un capolavoro rimasto integro nel tempo : Rarità mondiale a Sestri Levante (Carlo Lamberti)

Quando ci si siede sulle Panchine Dell' Angelo a Sestri Levante, si può assaporare, oltre un afflato di paradisiaca bellezza, anche lo scorcio di Villa Domus




Alcuni criticano (non so perchè) questo incastro (assoluta perfezione di architettura ed arredamento per la sua epoca) tale costruzione

IL 1938 era un anno speciale, quasi epigono di un' epoca e, grazie alla mente di un grande appassionato Architetto, quale Luigi Carlo Daneri, fu progettata e costruita questa meravigliosa villa in una posizione incantevole

Dalle Panchine dell' Angelo, alcuni personaggi che si siedono, considerano  quella villa sul promontorio come un " Pugno nell' occhio"

Questa poco simpatica affermazione ( secondo me, per niente consona alla vera visuale di architettura, credo che dimostri una bassa cultura popolare, da sfatare completamente)

Nel 1988 fu dichiarata monumento nazionale

"La bellezza trascende il tempo tramandandosi ai posteri in modo incantevole ed affscinante"

Carlo Lamberti, agosto 2015








delle varie epoche






mercoledì 27 maggio 2015

Sestri Levante : Chiesa di San Nicolò, dove si incontra la Quadriformità di Dio ( Carlo Lamberti )

Sestri levante, gioiello incantevole della Liguria, splendida visione naturale, racchiude, fra i suoi tesori, la bella ed antica chiesa di San Nicolò dell' Isola

Come citeremo più sotto, l' articolo scritto dal profondo studioso di medioevalistica, il torinese Ezio Albrile, merita di essere letto dai sestresi  

Carlo lamberti , maggio 2015






Foto personali di Carlo Lamberti








Ecco, qua sotto, l' articolo di Ezio Albrile, con il permesso accordatomi dall' autore :



La quadriformità di Dio
Il radicarsi del verbo cristiano trascinò con sé conseguenze cosmologiche, la croce, luogo del supplizio, fondò e ripartì l’ordine delle cose in una divina quaternità, una struttura quaternaria che il magister neoplatonico Giovanni Scoto Eriugena, il grande filosofo della cristianità medievale, captò forse da quel fantastico ed esoterico compendio di arti liberali che era il De nuptis Philologiae et Mercurii di  Marziano Capella il cui sincretismo recò al pensiero intellettuale del IX secolo le chiavi di accesso ai tesori perduti della tarda antichità; un testo epocale, troppo spesso liquidato come un centone di erudizione teurgico-neoplatonica, ma che al contrario rappresentò un prezioso mysticarum doctrinarum thesaurus impenetrabilis.
Motivo trainante del libro II di quest’opera al crocevia tra filosofia e magia, sono le ordalie cui deve sottoporsi Philologia prima dello hieros gamos con Mercurio. Tra queste c’è un misterioso rito simbolico che prevede una sorta di catarsi «erudita»: Philologia deve infatti vomitare una serie quasi infinita di libri e di volumi, stigma della liberazione dalla farragine delle scienze umane e dell’erudizione libresca. Al termine di questo singolare rito purificatorio, ella si sente talmente stremata e pallida per lo sfinimento, che non può far altro che invocare l’aiuto di Athanasia/Immortalità.
La gloriosa e splendida protettrice di tutti gli dèi e dell’universo, cioè Athanasia, prende dalla madre Apotheosi per recarla a Philologia, una globosam animatamque rotunditatem, un «oggetto rotondo, sferico e vivo», un uovo che contiene i quattro elementi della physisclassica, così come enunciati nel Timeo platonico, cioè il Fuoco (exterius rutilabat, «rossastro all’esterno»), l’Aria (hac dehinc perlucida inanitate, «vuoto diafano»), l’Acqua (albidoque humore, «liquido bianchiccio»), la Terra (interiore tamen medio solidior apparebat, «appariva più consistente nel punto centrale»). Così in una stessa e unica proposizione Marziano Capella non solo trasferisce al mondo medievale la dottrina dei quattro elementi, ma si riallaccia ad una tradizione filosofico-esoterica le cui vestigia più significative si ritrovano, oltreché nelle glosse dei neoplatonici, negli scritti degli alchimisti greci e in testi orfici quali la Teogonia di Ieronimo ed Ellanico o le Rapsodie orfiche. l’Uovo non è solo un’immagine in miniatura del  kosmos bensì una animatam rotunditatem, cioè un mondo animato, vivente, una sorta di microcosmo in cui ogni singola parte corrisponde agli elementi del tutto. È l’«Uno in Tutto» sovente evocato nei papiri e nelle formule magiche: al centro troviamo la terra, mentre attorno stanno le acque celesti, che gli alchimisti greci identificano con l’Oceano cosmico, poi l’aria ed infine il fuoco celeste che avvolge il mondo in una sfera rubrescente, fiammeggiante (rutilabat).
Gli spazi del levante ligure conservano nella loro iridescente vastità infiniti tesori dell’arte romanica. Due di essi collimano con il nostro argomento: la chiesa di San Nicolò dell’Isola a Sestri Levante e quella di San Lorenzo a Portovenere.
In un panorana idillico, straniante, ma inurbato da mandrie di scolaresche e obese vacanziere teutoni, ammiriamo lo splendore di Portovenere e della chiesa di San Lorenzo, il santo graticolato. Consacrata nel 1130 da papa Innocenzo II, dell’impianto originario la chiesa conserva oggi solo frammentari elementi. Tra questi, il timpano del portale laterale sinistro è un enigmatico rilievo geometrico che ha come soggetto il quadrivium. Tre cerchi concentrici, suddivisi in quattro settori, sono attorniati da altri quattro cerchi più piccoli collocati ai punti cardinali. Una chiara indicazione della tetrapartizione del cosmo, che sulla base di precise corrispondenze cicliche si rifà al più antico simbolismo zodiacale, cioè al ricorrere del «Grande anno», il ciclo di dodicimila anni  in cui si dovrebbe compiere la cosiddetta «precessione degli equinozi». È possibile infatti suddividere il «Grande anno» in quattro partidi 3.000 anni ciascuna e trasformarlo in un immenso Zodiaco ciclico: sono le cosiddettetriplicitates, la ripartizione dello Zodiaco in quattro gruppi di tre costellazioni ciascuna, rispettivamente associate ai quattro elementi di base della creazione. È la teoria delle Grandi Congiunzioni, introdotta probabilmente dagli astrologi sasanidi.
Più plastica è la figurazione proveniente da San Nicolò dell’Isola, una chiesetta romanica sopravvissuta alla barbarie barocca. Proteso fra due rade tanto incantevoli quanto propizie, il golfo del Tigullio e il golfo del Silenzio, il promontorio dell’Isola a Sestri Levante si dispone fra i «due mari», quasi un confine spirituale fra il mondo dell’anima e le carnalità maldestramente esibite sul bagnasciuga. La chiesetta ha subito diversi rimaneggiamenti a partire da quelli seguiti all’incursione veneziana e fiorentina del 1432. Forse in origine l’edificio era privo di portale in facciata. È possibile che un ingresso di tutto rilievo fosse quello a nord, sul fianco sinistro – il primo che s’incontra salendo dal borgo – dov’è stato reimpiegato nel timpano, un notevole frammento di pluteo risalente all’VIII secolo. In esso emerge l’idea di un Dio arcaico, tetramorfo. Si sa che il tetramorfismo è un tratto fondante del credo ebraico e poi cristiano. Un Dio ibrido di leone, toro, uomo e aquila, appare ad Ezechiele (Ez. 1, 14-15), qualcosa di simile vede anche l’evangelista Giovanni a Patmos; sono i quattro viventi di Apocalisse 4, 6-7, simboli degli Evangelisti. Entrambe le visioni sono l’esito di probabili esperienze enteogene entro le quali il divino è percepito in fattezze zoo-antropomorfiche, qualcosa di simile agli spiriti che guidano i viaggi estatici degli sciamani.
Ma è anche un modo per esprimere la femminiltà di Dio: così nei testi gnostici, la parte femminile del Dio inconoscibile è chiamata Barbelo, un nome legato all’ebraico barb‛ el«Dio in quattro»; un’altra ipotesi etimologica, pur partendo da un toponimo, giunge a conclusioni analoghe: essa presuppone che il nome Barbelo sia composto dalla preposizione semitica b + il nome di luogo (= Arbela), relativo alla dea Ištar e al culto tributatogli nella città di Arbela. Secondo alcuni infatti, il nome Arbela potrebbe derivare dall’accadico ’arba ’ilu, i «quattro dèi».
Nell’insegnamento di Mani, il fondatore della «religione della luce» la religione gnostica iranica, Dio possiede simultaneamente quattro volti. Una formula di abiura in greco (PG 1, 1401) descrive il Dio manicheo nelle fattezze del «quadriforme Padre della Grandezza» (ton tetraprosōpon patera tou megethous). Questa concezione dell’essere supremo come divinità quadriforme è intimamente legata all’idea iranica dell’infinità di Dio manifestata attraverso il Tempo (Zurwān), la Luce (rōšn), la Forza (zōr) e la Bontà (wehīh). Il Tempo Zurwān (< avestico Zrvan) è una delle figure concettuali e divine più rilevanti della religiosità iranica, frammenti di una sua mitologia affiorano sin dai testi più antichi, logica conseguenza dell’incontro tra zoroastrismo e cultura babilonese. Nell’idea zurvanita del «Grande Anno» si ritrova infatti il legame con il ciclo zodiacale stabilito nel tempo limitato di 12.000 anni (suddiviso in quattro periodi di 3.000 anni), le triplicitates di cui s’è parlato.
Affine è la cosmicizzazione dello spazio figurata in Brahmā, primo elemento con Visnu e Śiva, della triade suprema (Trimurti) secondo la religiosità induista. Brahmā manifesta i mondi (sanscrito loka) racchiusi nell’universo, contemplandoli con il suo ottuplice sguardo, orientato secondo i punti cardinali; li «irrradia» con i suoi quattro volti, assiso al centro su diun fiore di loto che è sia il tuorlo dell’Uovo cosmico, sial’ombelico di ciascun mondo. Ad una medesima area di influenza indo-iranica si ha la rappresentazione di Svantevit, divinità suprema degli Slavi, così come raccontato da Saxo Grammatico: la sua statua quadricefala  con la barba e le chiome rasate, era custodita nel tempio ligneo al centro di Arkona  sull’isoladi Rügen ( Mecklenburg- Pomerania occidentale).
Non è difficile scorgere in queste rappresentazioni la parcellizzazione dello spazio astrale nei suoi elementi cardinali, secondo un modello tipicamente iranico. Nella più antica cosmografia zoroastriana, i Dodici Segni dello Zodiaco e le altre stelle e costellazioni sono schierati per contrastare l’attacco demonico dei Pianeti. Quattro astri custodiscono i quadranti della volta celeste agli ordini della Stella Polare (Bundahišn 5, 4), secondo questo schema:
Nord = Haftōring (Ursa Major)
Est = Tištar (a Canis majoris, Sirio)
Centro del cielo = Mēx ī Gāh (Polaris)
Sud = Sadwēs (α Piscis Austrini, Fomalhaut)
Ovest = Wanand (Vega)
Invisibili lacci legano le sette terre, i sette kišwar in cui è suddiviso il mondo, alle stelle dell’Orsa maggiore, a Nord (Bundahišn 2, 7), lì dove si trova il foro, il passaggio attraverso il quale Ahriman è penetrato nella creazione, contaminandola. Questo salto dimensionale si è compiuto agli albori del settimo millennio, il millennio in cui si è concretizzato l’abominevole gumēzišn, il «miscuglio» fra tenebra e luce. La funzione di Haftōring è quelladi contrastare l’attacco ahrimanico, regolando il moto delle 12 stazioni zodiacali (Mēnōg ī xrad 49, 15-21) e trattenendo sulla soglia dell’inferno le 99.999 creazioni diaboliche con l’aiuto di un egual numero di Frawahrān (< avestico Fravaši), le angeliche custodi dell’umanità. L’azione è rivolta contro il pianeta Giove (= Ohrmazd; Bundahišn 5, 4); oppure contro il pianeta Marte (= Wahrām), come leggiamo nel Škand-gumānīg Wizār (4, 32-33).
Nel timpano di San Nicolò a Sestri Levante, le croci cristiane sembrano effigiare motivi astrali, quali astri cristologici posti a difesa dell’ecumene stellare. La terra celeste è divisa in quattro regni, riflesso di una scomposizione avvenuta in un tempo anteriore. Iranismi noti al mondo medievale, se pensiamo ad esempio al Liber Aristotilis, un compendio astrologico composto da Ugo di Santalla nel XII secolo. Nel testo è raccolto un testo cosmologico in pahlavi (la lingua dei testi zoroastriani) tradotto in arabo da Māšā’Allāh (Bassora 740-815 ca.); esso non solo conserva il lessico iranico nei nomi di alcune stelle, ma ne precisa l’identità astronomica. La stella Sanduol di cui leggiamo nel libro III è la resa latina diun’imprecisa trascrizione araba del pahlavi Sadwēs, a sua volta derivato dall’avesticoSatavaēsa- (< medo *Satavaisa-) cioè α Piscis Austrini = Fomalhaut, l’astro posto a tutela del quadrante Sud del cosmogramma zoroastriano.
Nella singolare figurazione di San Nicolò dell’Isola e di altre analoghe tratte dall’arte romanica rivive l’arcana guerra astrale fra Costellazioni (ahuriche) e Pianeti (ahrimanici). A Nord, presso Haftōring (Ursa Major), si trova l’Inferno, l’orifizio attraverso cui le armate diAhriman sono dilagate nel nostro mondo. Si tratta di un immagine efficace per spiegare le origini del male e localizzare le soglie degli inferi.
Una metafora perfezionata nel cristianesimo secondo i parametri dell’immortalità astrale: lo Zodiaco è la via percorsa dalle Anime e i quattro angeli del mondo (Michele, Rafaele, Gabriele, Uriele) ne vegliano la traslazione in Dio. L’anima, soffio impalpabile, si muove nel cosmo sospinta dai venti: il vento delle anime serrate nell’avvicendarsi delle morti e delle nascite, e il vento della salvezza. La tetramorfia angelica esprime in ambito cristiano una medesima cosmicizzazione dello spazio: la terra astrale è nelle concezioni iraniche una delle tappe nel conseguimento del Paradiso luminoso. Presso l’Orsa Maggiore sta l’inganno infero e le Costellazioni proteggono le quattro regioni dal tracimare di tale nefanda forza. Si riproducono quindi nella volta celeste i territori frequentati dall’anima nell’aldilà. Nei manufatti romanici di San Nicolò e di San Lorenzo rivivono quindi queste fascinazioni levantine, oggi smarrite in un territorio tracimante bellezze d’arte e un popolo satollo di tette e culi. Un dilemma tutto italiano che oggi sembra felicemente risolto da una politica culturale fatta di suadenti parole e celebrazioni del nulla.

Visualizzazione di San Nicolò dell'isola lunetta13.JPG



Visualizzazione di San Lorenzo portale7.JPG